OSSIGENO-OZONO TERAPIA: ASPETTI TEORICI E PRATICI

Relatore:
Dott. Pierluigi Manchiaro
Farmacologo Clinico
Dirigente Medico
U.O. di Terapia del Dolore
U.L.S.S. 12 Venezia-Mestre


CENNI DI TOSSICOLOGIA DELL'OZONO
L'ozono è l'ossidante presente in più alta concentrazione nell'atmosfera inquinata; è un irritante in grado di provocare morte per edema cerebrale all'esposizione di concentrazioni elevate.
Animali di varie specie esposti a concentrazioni di ozono superiori a 1 ppm presentano bronchite cronica, fibrosi ed alterazioni di tipo enfisematoso (Admur 1985).
Determina desquamazione dell'epitelio lungo tutte le vie dotate di ciglia e provoca fenomeni degenerativi nelle cellule di tipo I e rigonfiamenti o rottura dell'endotelio dei capillari alveolari (Boatman e Stephen 1974).
Un'esposizione di ozono quale si può avere durante voli prolungati ad alta quota provoca respiro rapido e superficiale, diminuzione della compliance polmonare e sintomi soggettivi quali tosse, oppressione toracica e secchezza della gola (Folinsbee 1983).
L'ozono presenta un valore soglia di tossicità (TWA = 0.1) assai minore del monossido di carbonio (50) o del benzene (10). Per TWA si intende la concentrazione a cui i lavoratori possono essere esposti per una normale giornata lavorativa di 8 ore senza effetti avversi.
Per STEL si intende la massima concentrazione che non dovrebbe mai essere superata durante un periodo di 15 minuti.
Le cause della tossicità dell'ozono sono legate alla formazione, ad alte concentrazioni, di intermedi di radicali liberi reattivi (Menzel 1970).
Essi possono provenire dalla interazione con gruppi sulfidrilici da decomposizione di acidi grassi insaturi e da entrambe queste fonti.
L'ozono per inalazione determina sintomi correlati al dolore ed inibizione della massima inspirazione a causa della stimolazione di fibre C a livello delle vie aeree (Passanante et al. 1998).
L'ozono inalato ad alte concentrazioni provoca deficit neurologici quali: senso di affaticamento, letargia, cefalea e disturbi del sonno (Paz 1997).
Rammentando che le concentrazioni di utilizzo dell'Ozono medicale sono normalmente ben al di sotto di quelle considerate tossiche per inalazione, i medici che utilizzano l'Ozono medicale dovranno comunque osservare delle precauzioni

LIMITI GIURIDICI
L'orientamento attuale della medicina legale nel campo delle medicine non convenzionali o alternative mette in evidenza come qualsiasi atto terapeutico invasivo, legato o meno alla medicina tradizionale, deve passare comunque attraverso l'ottenimento dal paziente di un consenso informato scritto.
Tale consenso deve contenere accanto agli effetti collaterali, prevedibili e non, il richiamo a terapie convenzionali già eseguite o che il paziente non desidera intraprendere al posto di quella in oggetto. Ancora oggi è quindi auspicabile che il ricorso a terapie alternative sia appunto in "alternativa" a tecniche mediche convenzionali, tradizionalmente accettate dalla medicina "ufficiale".
Un secondo punto, fondamentale al fine della validità del documento, è che il consenso può essere espresso solo da chi ne ha diritto giuridico e su di un bene disponibile; ovviamente non possono averne diritto i minori o soggetti in regime di tutela per inabilità o interdetti.
In ultima analisi si deve ricordare che le terapie alternative possono essere utilizzate in patologie ben precise, malattie cioè su cui ci siano studi di applicazione terapeutica che dimostrano efficacia clinica, riproducibilità e casistica sufficiente; non si dovrebbe quindi applicare una tecnica ambulatoriale che necessita ancora di una validazione scientifica.
Alla fine deve essere il buon senso e l'osservanza della legge (limiti giuridici) a muovere ogni atto medico che deve comunque essere volto a curare (se non a guarire) il malato e certamente non a esporlo a rischi ingiustificabili o causare danni.



RUOLO DELL'OSSIGENO-OZONO TERAPIA
Questa tecnica terapeutica si avvale dell'Ozono medicale, un gas che viene utilizzato in medicina per la cura di numerose patologie.
La concentrazione della miscela di gas non sono considerate pericolose per l'organismo umano; studi di tossicologia hanno dimostrato l'assenza di quegli effetti dannosi che invece sono caratteristici dell'ozono come inquinante atmosferico.
Le vie di somministrazione, se si eccettua quella inalatoria (tossica ed irritante per l'apparato respiratorio), non prevedono reazioni avverse quando utilizzate secondo criteri scientifici.
Come risulta da una revisione bibliografica mondiale i campi di applicazione sono molteplici. I motivi per cui questa molecola presenta utilità terapeutica sono legati ai suoi effetti biologici: Grazie alla formazione di idroperossidi, l'Ozono medicale svolge le proprie attività biochimiche che determinano in maniera paradossa un effetto anti-ossidante; tutti i principali enzimi che intervengono nei meccanismi di inattivazione ossidativa (SOD, GPX etc.) subiscono un aumento di produzione che supera di gran lunga l'impatto ossidativo della miscela di gas somministrato (effetto a cascata). In ultima analisi la sicurezza della tecnica è rappresentata: dalla formazione di idroperossidi (molecole scarsamente reattive), dalla assenza di produzione di radicali liberi dell'ossigeno a ph fisiologico, dall'enorme quantità di anti-ossidanti prodotti che supera l'effetto "tampone" anti-ossidativo.
Gli effetti metabolici (aumentata formazione di ATP, attivazione del metabolismo lipidico) producono un aumento della disponibilità energetica. Questo effetto è interessante nelle condizioni di carenza di substrati energetici come durante malattie croniche (dolore cronico) o in occasione di sforzi fisici intensi e prolungati.
L'ozono medicale determina nel globulo rosso un aumento della sua deformabilità (diminuzione della viscosità ematica) ed un maggiore effetto deossigenante (variazioni nella concentrazione intraeritrocitaria di 2,3DPG); chiara quindi la maggiore ossigenazione dei tessuti prodotta dalla terapia.
Sull'asse immunitario osserviamo come l'ozono stimola la produzione di citochine (IL, IFN, TNF) ed attiva il sistema reticolo-endoteliale (interessante il suo ruolo nelle risposte immuni e nelle condizioni di infiammazione cronica).
A livello articolare regola l'omeostasi biochimica rallentando i processi infiammatori cronici ed acuti come in corso di osteoartrosi o artrite reumatoide (modulazione dell'attività collagenasica/proteasica)
Il razionale per l'impiego nei problemi traumatologici e antalgici in genere risiede nei seguenti motivi:
- miglioramento della microvascolarizzazione locale
- aumento dell'apporto di ossigeno
- aumento dell'apporto metabolico
- attivazione e modulazione immunitaria ( citochine e macrofagi)
- effetto antalgico diretto
- meccanismo COX-2 inibitorio (dati clinici)
Alla grande duttilità di questa metodica ed alle sue indubbie qualità terapeutiche si aggiungono le molteplici vie di somministrazione, le minime controindicazioni e gli scarsi effetti collaterali.
L'ozono medicale può essere somministrato attraverso le vie: La via sottocutanea è certamente la più utilizzata nella terapia delle patologie dolorose a carico di muscoli e tendini, ma anche in caso di disturbi del tono muscolare dopo intensa attività fisica associati a riduzione della perfusione tissutale (claudicatio).
Per somministrazione intramuscolare è utile nelle affezioni del rachide siano esse artrosiche o da ernia discale.
Patologie come la gonartrosi o la coxartrosi possono essere curate attraverso la somministrazione locale intra e periarticolare.
Infine nelle patologie vascolari, la terapia con ozono si avvale della somministrazione endovenosa attraverso la rapida reinfusione di sangue ozonizzato.
I campi di impiego in medicina dello sport sono innumerevoli.
Dati recenti riguardano il possibile effetto antistress di questa molecola legato all'effetto aminergico (Dopamina) e all'aumento delle concentrazioni di ATP, entrambi neurotrasmettitori eccitatori.
Interessanti per concludere i dati dell'OOT quando confrontati con il deidroepiandrosterone (DHEA): sembra infatti che l'ozono medicale ne aumenti le concentrazioni ematiche.
Le controindicazioni all'uso sono le seguenti: Gli effetti collaterali della terapia dipendono dalla via di somministrazione; in traumatologia sportiva e terapia del dolore sono essenzialmente locali e di breve durata (lieve bruciore e modesto arrossamento dopo somministrazione cutanea, senso di peso dopo l'uso intramuscolare).
Dall'analisi di quanto esposto, possiamo affermare che la terapia con ozono medicale è interessante ed il suo uso risulta vantaggioso.
La semplicità di utilizzo, i ridotti effetti collaterali, la buona tolleranza del paziente ed il vasto campo d'impiego possono proporla come una utile alternativa terapeutica (come già risulta da studi preliminari) alle tecniche tradizionali già utilizzate.



TECNICHE DI OSSIGENO-OZONO TERAPIA
Verrà presentata una revisione dei principali campi di utilizzo della metodica in traumatologia sportiva e terapia del dolore Infiltrazioni locali con ago da 30 G; 20 ml alla concentrazione di 10 microgrammi/cc, 6 sedute due volte la settimana Infiltrazioni paravertebrali di gas alla concentrazione di 10-12 microgrammi/cc, 3 cc per iniezione (20 cc totali), 2 sedute alla settimana per 10-12 sedute. Infiltrazioni in sede algica e nelle aree immediatamente adiacenti ai tendini infiammati (collaterale interno, collaterale esterno, sottorotuleo) utilizzando 20 cc di Ozono medicale alla concentrazione di 10-12 microgrammi/cc (10 sedute, due volte la settimana). Infiltrazione con Ozono medicale per via sottocutanea infiltrando entrambi i lati del tendine con 10 cc complessivi di gas alla concentrazione di 10-12 microgrammi/cc. La riduzione della sintomatologia a 3 mesi è risulta essere superiore all'85%. Somministrazione per 6 sedute (due volte la settimana) 10 cc di ozono medicale alla concentrazione di 8 microgrammi/cc per via intramuscolare peritendinea; le iniezioni seguono l'inserzione dei tendini che compongono la cuffia dei rotatori facendo maggiormente attenzione al capo lungo del bicipite, al sottoscapolare e sovraspinoso. Tecnica laboriosa ma altamente efficace determina un potente effetto terapeutico sia agopunturale che antalgico diretto. La concentrazione utilizzata è di 15 microgrammi/cc per un totale di 3 cc per punto (max 50 cc) Abbiamo somministrato, in una unica seduta, sotto guida scopica e dopo discografia con mezzo di contrasto, 3 cc di ozono intradiscale alla concentrazione di 30 microgrammi/cc; 3 cc sono stati iniettati in uscita a livello foraminale in uscita. Sono stati sottoposti alla tecnica 5 pazienti affetti da ernia discale sintomatica: 4 pazienti hanno avuto la risoluzione della sintomatologia entro 10 giorni dall'applicazione, un paziente è uscito dallo studio. Somministrazione di gas paravertebrale (massimo 5 cc per lato alla concentrazione di 25 microgrammi/cc) per un totale di 12 sedute (due alla settimana)



OZONOTERAPIA IN MEDICINA ESTETICA
Sicuramente uno dei campi di applicazione più interessanti, per la semplicità di utilizzo e per gli scarsi effetti collaterali, è rappresentato dalle patologie vascolari: le arteriopatie periferiche e le flebopatie.
I protocolli terapeutici prevedono delle applicazioni locali attraverso somministrazioni sottocutanee oppure tramite la reinfusione di sangue ozonizzato abbiamo la possibilità di interagire con l'organismo in toto; entrambe le tecniche sono utilizzate con grande efficacia ed il loro impiego varia in base al bersaglio terapeutico che ci si prefigge.
In caso di vasculopatia periferica ad esempio, la metodica più efficace è senza dubbio rappresentata dalla reinfusione di sangue ozonizzato: in questo modo una certa quantità di sangue prelevato al paziente viene fatta interagire con una miscela prestabilita di Ossigeno-Ozono e quindi infusa lentamente attraverso un sistema a circuito chiuso.
Le concentrazioni di gas impiegate variano dai 2000 ai 3000 microgrammi totali e le sedute, di solito bisettimanali, possono essere in numero di 10-12 per ciclo.
In medicina estetica, con l'Ozono medicale abbiamo a disposizione una molecola estremamente duttile e dotata di una buona tollerabilità con effetti collaterali modesti e di breve durata.
La tecnica più utilizzata si avvale di iniezioni sottocutanee lungo gli assi vascolari degli arti inferiori e in sede di pannicolopatia edematosa fibrosclerotica(PEFS) utilizzando concentrazioni di gas pari a 4-8 microgrammi/cc per un totale di 200-250 cc a seduta per entrambi gli arti, due volte alla settimana per 12-15 applicazioni. Associata ad un linfodrenaggio (anche se non necessario) la terapia determina una franca riduzione della circonferenza degli arti ed un ottimo recupero "vascolare" con diminuzione degli edemi ed un aumento della perfusione locale (migliore trofismo cutaneo, senso di calore ai piedi, scomparsa dei crampi notturni).
Altra applicazione dell'Ozono medicale è rappresentata dalla terapia sclerosante cioè quella tecnica che attraverso l'inoculazione intravascolare di piccole quote di gas ad elevata concentrazione determina la chiusura delle teleangectasie periferiche. La metodica prevede la somministrazione, previa incannulazione del piccolo vaso e verifica del decorso sanguigno, di 1-2 cc di Ozono medicale alla concentrazione di 60-70 microgrammi/cc per un totale massimo di 5 cc a seduta; l'effetto sbiancante è immediato ed il capillare scomparirà definitivamente nell'arco di una settimana (utile l'utilizzo di una fasciatura contenitiva locale per circa 48 ore dopo l'applicazione).
L'Ozono medicale può essere utilizzato con successo anche nel trattamento di affezioni cutanee come l'acne giovanile o le dermatiti seborroiche; in questo caso, utilizzando la tecnica della somministrazione intramuscolare di sangue ozonizzato, possiamo migliorare il quadro estetico di pazienti affette da queste manifestazioni dermatologiche con una buona tolleranza e bassi rischi operativi. La seduta tipica prevede l'ozonizzazione di 5-10 cc di sangue, precedentemente prelevato alla paziente, con 5-10 cc di una miscela di Ozono medicale ad una concentrazione di 50 microgrammi/cc e la successiva iniezione intramuscolare al gluteo (il ciclo ottimale prevede 10 sedute, 2 volte alla settimana).