Mi sembra che l'articolo del Gazzettino di Padova (martedì 26/9/2000) rappresenti l'ennesimo pretesto per attaccare l'ozonoterapia e tutti i colleghi seri che la praticano.
Con una violenza verbale che non appartiene alla nostra civiltà (vengono definiti cretini coloro che vi si sottopongono e cialtroni quelli che la praticano) e con assoluta ignoranza viene confusa l'ozonoterapia in grande autoemotrasfusione con sangue prelevato ed ozonizzato in ambiente extracorporeo per evitare embolie, che dura 20 min. circa, con l'autoemo infusione differita cioè il prelievo di una quantità di sangue che che viene reinfuso dopo 20-30 giorni, quando, cioè l'organismo ha già spontaneamente rimpiazzato la perdita con nuova produzione di globuli rossi da parte del midollo osseo.
Questa reinfusione determina ovviamente un surplus di sangue analogo a quello riversato dalla milza nel torrente circolatorio in condizioni di mancanza di ossigeno ai tessuti ed espone l'apparato circolatorio a sicuro sovraccarico con vari tipi di danni.
Naturalmente l'imediatezza del trattamento di reifusione ozonizzata non produce nulla di tutto ciò.
Giova qui ricordare ,anzi , che l'effetto disinfettante dell'ozono costituisce un razionale che sta alla base di alcuni studi contollati sull'effetto terapeutico dell'ozono nelle epatiti e in altre infezioni virali ,che sono in corso in italia e all'estero.
Dispiace anche vedere l'ennesimo giornalista sostituirsi al Giudice nel condannare un medico senza sapere e senza avere capito che qualsiasi atto medico che produca fuoruscita di sangue, anche per un semplice prelievo, può dare inizio ad una Epatite C non per nulla chiamata L'EPATITE DEL DENTISTA !
Non per nulla ci sono in Italia 2 milioni di epatiti C !!!!
Con grande stupore inoltre il mondo medico ha accolto l'articolo dell'autorevole British Medical Journal di due anni fa nel quale veniva evidenziato come il massimo strumento di contagio dell'epatite fosse IL LACCIO EMOSTATICO che essendo di gomma non poteva essere sterilizzato in autoclave con i comuni ferri !
A queste considerazioni si aggiunga che il recente congresso di Atlanta sulle infezioni ospedaliere ha posto come premessa delle politiche correttive da sperimentare, il fatto che il 10% di tutti i ricoverati a vario titolo contraggono una infezione ospedaliera!!!
Al contrario una recente casistica sulla prevalenza di eventi mortali dopo ozonoterapia a tutto il 1998 è stata di due casi su circa due milioni di pazienti !
Viene spontaneo chiedersi a questo punto "chi ha paura dell'ozonoterapia ?"
Roberto Dall'Aglio
Docente di OZONOTERAPIA presso la scuola di specializzazione di CHEMIOTERAPIA dell'Università di Milano
Vice-presidente dell'IMOS Italia
Parma 4 Ott 2000