di CARLO ALBERTO BARTOLETTI
UNA DONNA è morta in un centro estetico di
Napoli mentre si stava sottoponendo a un trattamento di
ozonoterapia. Una notizia che riporta d’attualità il
dibattito su un metodo scoperto in Germania per curare, tra
l’altro, problemi di circolazione arteriosa attraverso
infiltrazioni di ozono. Una prima precisazione va fatta: in
Italia un decreto del ministero della Sanità del 1996 ne
limita l’uso a campi strettamente medici, escludendo quindi
la possibilità che l’ozonoterapia possa essere applicata
anche a fini estetici, come avviene purtroppo in molti casi
oggi in Italia.
Questo metodo, come altri, comporta dei
rischi. Quello che molti esperti si domandano è come mai
oggi da noi si faccia comunque un uso dell’ossigeno in
campo estetico, trascurando invece altre metodologie che,
nel caso specifico della cellulite, danno invece risultati
molto più sicuri.
C’è la “mesoterapia", ad
esempio, e cioè una serie di infiltrazioni di farmaci
localizzate, che aiutano la circolazione venosa. Alla
“mesoterapia" si può associare il
“linfodrenaggio", un massaggio specifico sempre al
fine di favorire la circolazione. Poi si può praticare
l’endermologia, un metodo che viene dalla Francia, che
prevede l’uso di macchinari modernissimi. Da non
dimenticare i trattamenti termali. A queste strade mediche
va affiancata poi l’educazione del paziente: non deve
aumentare di peso durante il ciclo di cura, sforzandosi di
camminare almeno un’ora al giorno.
L’ozonoterapia si
continua a studiare in Italia perché dà risultati molto
confortanti soprattutto per la cura dell’ernia del disco e
del piede del diabetico. I due centri più importanti sono
ormai dagli anni 80 a Bergamo e, più recentemente,
all’Università di Siena.
*Fondatore della
Società
italiana
di medicina estetica