È stata eseguita nella mattinata del 24, nella sala
incisoria dell'Ospedale Grande degli Infermi di Viterbo,
l'autopsia sul corpo di Walter Manzotti, il taglialegna di
41 anni di Lubriano, morto domenica pomeriggio dopo una
seduta di ozonoterapia nell'ospedale di
Acquapendente.
Intanto il sostituto procuratore Paola
Conti del tribunale di Viterbo che segue l'inchiesta ha
inviato un avviso di garanzia al medico che assisteva
Manzotti per il reato di omicidio colposo.
Ai periti
del Dipartimento di scienze medico legali dell'Università
di Siena il magistrato ha chiesto di accertare se, tra le
iniezioni per la terapia e il decesso dell'uomo vi sia un
nesso di casualità. Se cioè sia stata l'iniezione e la cura
a determinare il decesso dell’uomo o se la morte sia dovuta
ad un fatto patologico imprevedibile che con le cure non
c'entra nulla.
Manzotti era da tempo affetto da una
grave forma di lombosciatalgia per la quale veniva curato
presso l'ospedale acquesiano con sedute di ozonoterapia.
Secondo una prima ricostruzione, dopo che gli era stata
praticata l'iniezione è morto malgrado i tentativi dei
medici di salvarlo. I carabinieri di Acquapendente,
chiamati sul posto dal fratello di Walter Manzotti, hanno
sequestrato la salma, su disposizione dell'autorità
giudiziaria, e acquisito la documentazione clinica ed ogni
altra informazione utile a scoprire le cause della
morte.
L'avviso di garanzia al medico, è stato fatto
osservare, in questi casi è obbligatorio e non sottintende
al momento alcuna ipotesi di colpevolezza.