PESARO — L’incidente avvenuto in un centro estetico di
Secondigliano a Napoli e che ha provocato la morte di una
donna di 36 anni sottoposta ad ozonoterapia, porta
nuovamente all’attenzione dell’opinione pubblica l’attività
svolta nell’ambito del settore estetico.
La mancanza di
professionalità può rendere pericolosissime, se non
mortali, terapie come quella con l’ozono (praticatissime
anche a Pesaro), che infatti non risulta tra quelle che un
centro estetico può offrire ed è praticabile solo presso
studi medici: da qui l’impegno della Cna di Pesaro e Urbino
per il rispetto delle leggi. La battaglia di Federestetica
Cna, che rappresenta le imprese che operano nel settore
estetico, è concentrata contro l’abusivismo diffuso anche
nella nostra provincia e nasce dall’esigenza di tutelare le
moltissime donne che, ogni anno, si affidano a centri
estetici e di bellezza. In particolare l’associazione
denuncia la mancata approvazione di un decreto pronto dal
1990 riguardo le caratteristiche tecniche di cui debbono
essere dotate le apparecchiature elettroniche per uso
estetico. Come spiega Milena Carlotto, presidente
provinciale Federestetica, «quella dell’ozono è una delle
terapie che va praticata solo nei centri medici
specializzati, mentre nei centri estetici si può completare
il trattamento senza l’uso però l’uso di apparecchiature,
ma praticando specifici massaggi di linfodrenaggio. Non
capiamo perché non si voglia arrivare ad una
regolamentazione dell’uso di tali apparecchiature, mentre
registriamo la totale mancanza di controlli, ispezioni ed
attività di contrasto nei confronti di attività illegali
presenti anche sul nostro territorio. In provincia sono
circa 140 le imprese di estetica che operano nel rispetto
delle norme e queste non possono avere ricadute negative a
seguito di comportamenti scorretti attribuibili a singole
situazioni che potrebbero essere del tutto contrastate se
si svolgessero i controlli promessi dalle autorità».