di FABIO NUCCI
L’incidente mortale capitato in un
centro estetico di Secondigliano, costato la vita a una
signora, ha gettato un velo d’ombra sulla professionalità e
sulla sicurezza dei centri di salute e bellezza. Un
episodio che ha incrinato la credibilità di un intero
settore costituito in Italia da oltre 13 mila strutture che
operano nel rispetto della legge e delle regole stabilite a
livello locale da Regione e Comuni. In Umbria, solo nei
comuni maggiori e considerando le strutture più attrezzate,
si contano un centinaio di attività. Alcune delle quali
sono finite nel mirino dei carabinieri del Nas che hanno
effettuato controlli in 29 centri, sei dei quali - a
Perugia, Foligno e Terni - sono stati trovati non in regola
con le autorizzazioni necessarie per esercitare le
professione di estetista. Infrazioni per le quali sono
previste multe da 500 a 2500 euro.
Nel complesso, i Nas
hanno portato a termine 817 controlli in altrettante
strutture di salute e benessere, chiudendo due esercizi e
denunciando 120 persone. Solo in Piemonte, Valle D’Aosta,
Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Molise non
sono state rilevate irregolarità. Per il resto le
infrazioni più contestate sono state l’esercizio abusivo
della professione medica ed il mancato rispetto della
normativa in tema di autorizzazioni amministrative. Tre i
casi limite segnalati dai militari: l’utilizzo di
elettrostimolatori senza personale specializzato; la
pratica dell’ozonoterapia vietata nei centri estetici;
l’impiego, con la collaborazione di medici
"compiacenti", della tecnologia laser per la
depilazione. Nel corso dell’operazione, oltre ad aver
chiuso due centri perchè stati avviati senza la relativa
autorizzazione amministrativa, i Carabinieri hanno
sequestrato due apparecchiature elettromedicali
illecitamente impiegate e 24 confezioni di specialità
medicinali detenute abusivamente.
Proprio il fantasma
delle irregolarità collegato pericolosamente al fenomeno
dell’abusivismo, ha spinto un mese fa Federestetica,
l’associazione di categoria collegata a Confartigianato, a
sollecitare controlli e verifiche sulle attività di
estetica. «Le imprese operanti correttamente non possono
essere criminalizzate a causa di comportamenti scorretti
attribuibili a singole situazioni facilmente debellabili se
i controlli fossero seri, rigorosi e costanti». Così, dopo
l’appello, ecco i controlli a tappeto dei Nas che stanno
cercando di fare luce nel "lato oscuro" di un
settore nel quale ogni giorno compaiono nuovi operatori. A
partire dalle cosiddette "Spa di un giorno", con
palestre e centri di estetica trasformati in beauty farm
con tanto di massaggi, pilling e vari trattamenti di
benessere. Alla fine, però, la concorrenza più temibile
arriva dagli abusivi che al momento rappresentano il nemico
numero uno per i centri regolari ma anche per i clienti.
«Le estetiste - sostiene Confartigianato - hanno un codice
deontologico che va rispettato e per questo prendiamo le
distanze da chi fa il furbo. Siamo noi stessi a chiedere
che i controlli vengano fatti».