IL GAZZETTINO on line
Domenica, 15 Dicembre 2002

VISTO DA SINISTRA
Osti: «Sbagliato affidarsi alla falda pedemontana»
L'Arpav ha recentemente comunicato il pericolo cui vanno incontro le acque sotterranee in Veneto. È un allarme che conferma quanto da tempo molti di noi che si occupano di acqua, anche professionalmente, stiamo rilanciando alle forze politiche e amministrative locali e regionali. È un timore che giunge in un momento particolarmente delicato visto che l'assemblea dei sindaci dell'Ato deve approvare lunedì il piano d'ambito, indispensabile alla programmazione gestionale delle risorse idriche. Tale piano trova origine nel modello strutturale degli acquedotti del Basso veneto adottato dalla Regione nel lontano 1995 e che prevede il soddisfacimento del bisogno idrico del Polesine col 70 per cento dell'acqua proveniente dalla pedemontana e il resto con la lavorazione dell'acqua locale nelle centrali.Da questa scelta dipendono decisioni politiche che produrranno conseguenze immediate e future sulla qualità dell'acqua e sul suo costo. È appena il caso di sottolineare che se si accettasse passivamente la soluzione proposta, alcune centrali e in particolare quella di Occhiobello (di moderna concezione ed unica a ozono ) andrebbero chiuse, con la conseguenza di affidare il nostro bisogno idrico alla falda pedemontana in continuo impoverimento e degrado.È una saggia decisione? È il modo migliore per difendere la salute oltre che gli interessi dei polesani? È poi giustificabile un aumento delle già salate tariffe che si pagano per avere un'acqua con le caratteristiche di cui l'Arpav ci parla? A me e a molta parte del partito in cui milito queste domande inquietano, ma ci danno la forza per continuare a svolgere le battaglie iniziate col comitato per l'acqua pulita e continuate con l'opposizione costante e continua allo smantellamento del nostro sistema idrico, nella convinzione che solo delle buone centrali come sono diventate negli anni le nostre (anche grazie ai nostri amministratori) si possa avere la garanzia, anche per il resto del Veneto, di una valida alternativa alla falda.Il mio vuole essere un ulteriore appello e un invito a tutti gli amministratori, in particolare a quelli del centrosinistra, a non rassegnarsi alla ineluttabilità sospendendo la decisione di approvazione del piano d'ambito e dell'aumento delle tariffe per riaprire con la Regione un tavolo di collaborazione che affronti in termini solidaristici e bidirezionali il tema dell'approvvigionamento di acqua sempre più buona, sicura e abbondante per noi e per gli altri.

Luigi Osti

Coordinamento provinciale Ds


Edizione del 15/12/2002: